Ha negli occhi un lampo di terrore quando esce dalla questura di Napoli: unico tratto umano di un mostro "che di umano ha ben poco". Lo aspettano sputi e insulti dalla gente, appena mette piede fuori, e c'e' chi percuote il tetto dell'auto della polizia su cui viene caricato. Pasquale Modestino, 53 anni, fermato oggi dalla Squadra mobile a Napoli, e' accusato di aver stuprato un ragazzino di 12 anni, aiutandosi selvaggiamente con un bastone. Era gia' indagato per violenza sessuale nei confronti di una bambina di 6 anni, che oggi ne ha 9: la nipotina della donna con cui attualmente convive.
L'ambiente familiare promiscuo
La Procura di Napoli, diversamente da quanto detto in prima battuta dalla polizia, aveva chiesto per lui il rinvio a giudizio. Ma l'uomo non fu arrestato: "Servono prove per farlo", spiega il procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore, sollecitato in proposito. E trapela anche da fonti giudiziarie che la credibilita' della bambina fu messa in dubbio, per la influenza esercitata proprio dalla nonna. Un quadro fosco, cui va aggiunto un altro elemento scabroso: anche il padre dei due bambini e' indagato per reati sessuali su minori. E non e' chiaro con chi hanno vissuto i bambini fino ad oggi: alla domanda gli inquirenti rispondono solo confermando che sono stati lasciati in questo "ambiente familiare promiscuo".
Sospeso dal lavoro
La storia dei due bambini viene fuori quando si incrocia con quella di un dodicenne, dunque, barbaramente violentato per strada due giorni fa, da Salvatore Modestino, un operaio del Comune di Napoli addetto alle fogne; da oggi sospeso dal servizio. Il ritratto che emerge e' quello di un orco, che agiva coperto dalla sua famiglia, e che viveva con due minori, lasciati paradossalmente a sua disposizione - non vivevano proprio con lui che aveva piu' dimore, ma in una famiglia complessivamente promiscua - durante il procedimento sul suo caso.
Sembrava un gioco
E lui ha usato proprio il nome di un bambino di 8 anni, quello del nipote 'acquisito', per ottenere la fiducia del dodicenne adescato l'altro ieri in mezzo alla strada, nella zona di Piazza Carlo III. Di fronte si e' trovato un ragazzino forte, che sta reagendo bene e che oggi e' stato dimesso dall'ospedale, dopo ore di colloqui con gli psicologi, e la visita di un calciatore del Napoli. Un amarissimo regalo, fra i pianti della madre e il silenzio esterrefatto del padre. Ma lui e' uno "deciso", dicono gli inquirenti: talmente in gamba, da portare l'orologio in tasca, a 12 anni, per non farselo scippare mentre giocava a calcio in strada. "Sei amico di P.? - gli ha detto l'orco, facendo il nome del bambino di 8 anni - Sai che ore sono?". Il tempo di togliere l'orologio dalla tasca per vederselo sfilare di mano dal vecchio: ha 53 anni, Pasquale Modestino, ma ne dimostra almeno dieci di piu', ha pure tutti i capelli bianchi. Sembrava un gioco, "se lo rivuoi seguimi", gli ha detto ancora, chiedendogli di accompagnarlo al bar. Poi si e' scatenata la ferocia di chi per agire sul corpo di un minore prima lo ha picchiato e poi ha usato un bastone. E' proprio il nome del nipotino dell'operaio l'indizio: il bimbo viene identificato.
L'indizio
Sara' poi il 12enne a procedere al riconoscimento fotografico dello stupratore, di cui aveva gia' fornito una descrizione precisa, aiutando gli inquirenti con dettagli sul luogo della violenza oltre che sulla sequenza dei fatti. La certezza scatta sull'orologio, che aveva colpito il piccolo: grosso e nero, l'uomo lo indossava anche nella foto. Si attendono ancora gli esami del dna. La storia pero', come detto, ha contorni anche piu' deprimenti. Nel corso delle indagini si scopre che Modestino viveva comunque in contatto con due bambini - i nipoti della compagna - nonostante fosse indagato per violenza sessuale nei confronti di uno dei due, la bimba di 6 anni.
La belva
La denuncia risale a tre anni fa, quando all'ospedale Santobono fu segnalato alla Squadra mobile diretta da Vittorio Pisani il caso sospetto della piccola. I genitori cercarono di coprire le violenze sessuali commesse da Pasquale Modestino - e ricostruite attraverso relazioni psicodiagnostiche - sostenendo che fosse colpita da una infezione. Falso, sempre secondo gli investigatori: la belva commetteva abusi sulla piccola di notte. Gli inquirenti non escludono che anche P., il fratellino, (il cui nome e' stato usato come esca), possa aver subito violenze. I bambini saranno a questo punto sottratti alla famiglia: anche il padre e' indagato per violenze sessuali su minore in ambito familiare. "Questo personaggio di umano ha poco - ha detto il questore Antonino Pugliesi - per l'efferatezza, la crudelta' totale, il disprezzo per i normali sentimenti di vicinanza e amore che si provano nei confronti dei bambini. Avrei dato qualunque cosa per essere li', in quel momento. Purtroppo non c'ero. Purtroppo non c'erano i miei uomini. E questo lascia sempre il segno".
L'ambiente familiare promiscuo
La Procura di Napoli, diversamente da quanto detto in prima battuta dalla polizia, aveva chiesto per lui il rinvio a giudizio. Ma l'uomo non fu arrestato: "Servono prove per farlo", spiega il procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore, sollecitato in proposito. E trapela anche da fonti giudiziarie che la credibilita' della bambina fu messa in dubbio, per la influenza esercitata proprio dalla nonna. Un quadro fosco, cui va aggiunto un altro elemento scabroso: anche il padre dei due bambini e' indagato per reati sessuali su minori. E non e' chiaro con chi hanno vissuto i bambini fino ad oggi: alla domanda gli inquirenti rispondono solo confermando che sono stati lasciati in questo "ambiente familiare promiscuo".
Sospeso dal lavoro
La storia dei due bambini viene fuori quando si incrocia con quella di un dodicenne, dunque, barbaramente violentato per strada due giorni fa, da Salvatore Modestino, un operaio del Comune di Napoli addetto alle fogne; da oggi sospeso dal servizio. Il ritratto che emerge e' quello di un orco, che agiva coperto dalla sua famiglia, e che viveva con due minori, lasciati paradossalmente a sua disposizione - non vivevano proprio con lui che aveva piu' dimore, ma in una famiglia complessivamente promiscua - durante il procedimento sul suo caso.
Sembrava un gioco
E lui ha usato proprio il nome di un bambino di 8 anni, quello del nipote 'acquisito', per ottenere la fiducia del dodicenne adescato l'altro ieri in mezzo alla strada, nella zona di Piazza Carlo III. Di fronte si e' trovato un ragazzino forte, che sta reagendo bene e che oggi e' stato dimesso dall'ospedale, dopo ore di colloqui con gli psicologi, e la visita di un calciatore del Napoli. Un amarissimo regalo, fra i pianti della madre e il silenzio esterrefatto del padre. Ma lui e' uno "deciso", dicono gli inquirenti: talmente in gamba, da portare l'orologio in tasca, a 12 anni, per non farselo scippare mentre giocava a calcio in strada. "Sei amico di P.? - gli ha detto l'orco, facendo il nome del bambino di 8 anni - Sai che ore sono?". Il tempo di togliere l'orologio dalla tasca per vederselo sfilare di mano dal vecchio: ha 53 anni, Pasquale Modestino, ma ne dimostra almeno dieci di piu', ha pure tutti i capelli bianchi. Sembrava un gioco, "se lo rivuoi seguimi", gli ha detto ancora, chiedendogli di accompagnarlo al bar. Poi si e' scatenata la ferocia di chi per agire sul corpo di un minore prima lo ha picchiato e poi ha usato un bastone. E' proprio il nome del nipotino dell'operaio l'indizio: il bimbo viene identificato.
L'indizio
Sara' poi il 12enne a procedere al riconoscimento fotografico dello stupratore, di cui aveva gia' fornito una descrizione precisa, aiutando gli inquirenti con dettagli sul luogo della violenza oltre che sulla sequenza dei fatti. La certezza scatta sull'orologio, che aveva colpito il piccolo: grosso e nero, l'uomo lo indossava anche nella foto. Si attendono ancora gli esami del dna. La storia pero', come detto, ha contorni anche piu' deprimenti. Nel corso delle indagini si scopre che Modestino viveva comunque in contatto con due bambini - i nipoti della compagna - nonostante fosse indagato per violenza sessuale nei confronti di uno dei due, la bimba di 6 anni.
La belva
La denuncia risale a tre anni fa, quando all'ospedale Santobono fu segnalato alla Squadra mobile diretta da Vittorio Pisani il caso sospetto della piccola. I genitori cercarono di coprire le violenze sessuali commesse da Pasquale Modestino - e ricostruite attraverso relazioni psicodiagnostiche - sostenendo che fosse colpita da una infezione. Falso, sempre secondo gli investigatori: la belva commetteva abusi sulla piccola di notte. Gli inquirenti non escludono che anche P., il fratellino, (il cui nome e' stato usato come esca), possa aver subito violenze. I bambini saranno a questo punto sottratti alla famiglia: anche il padre e' indagato per violenze sessuali su minore in ambito familiare. "Questo personaggio di umano ha poco - ha detto il questore Antonino Pugliesi - per l'efferatezza, la crudelta' totale, il disprezzo per i normali sentimenti di vicinanza e amore che si provano nei confronti dei bambini. Avrei dato qualunque cosa per essere li', in quel momento. Purtroppo non c'ero. Purtroppo non c'erano i miei uomini. E questo lascia sempre il segno".