C'erano manette e molle tra gli strumenti di tortura utilizzati da R.M., l'uomo di 55 anni arrestato stamane a Napoli, per abusare di una bambina di 11anni.
Grazie al suo comportamento affettuoso l'uomo aveva conquistato la fiducia di alcuni minori dello stabile in cui abita. R.M., secondo quanto emerso dalle indagini, approfittando di alcuni momenti in cui rimaneva da solo con la piccola vittima nella propria abitazione, le legava le mani con delle manette, assicurandola al letto con delle molle per poi abusare di lei.
L'uomo si garantiva il silenzio della piccola vittima sia con regali quali piccole somme di denaro e telefoni cellulari, sia con pesanti minacce di percosse nel caso in cui la piccola avesse rivelato i fatti di cui era vittima. Dopo circa tre anni di abusi, stanca delle violenze, la ragazzina si e' confidata con un'amica della madre, facendo cosi' in modo che quest'ultima venisse a conoscenza degli abusi sessuali subiti della propria
figlia.
Le indagini hanno portato all'acquisizione di alcuni degli strumenti utilizzati nel corso delle violenze. La vittima e' stata sentita sia dalla Squadra Mobile che dal pm. Una consulenza psico-diagnostica ha accertato la piena attendibilita' del racconto fornito dalla giovane vittima.
L'inchiesta e' stata coordinata dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico.
Grazie al suo comportamento affettuoso l'uomo aveva conquistato la fiducia di alcuni minori dello stabile in cui abita. R.M., secondo quanto emerso dalle indagini, approfittando di alcuni momenti in cui rimaneva da solo con la piccola vittima nella propria abitazione, le legava le mani con delle manette, assicurandola al letto con delle molle per poi abusare di lei.
L'uomo si garantiva il silenzio della piccola vittima sia con regali quali piccole somme di denaro e telefoni cellulari, sia con pesanti minacce di percosse nel caso in cui la piccola avesse rivelato i fatti di cui era vittima. Dopo circa tre anni di abusi, stanca delle violenze, la ragazzina si e' confidata con un'amica della madre, facendo cosi' in modo che quest'ultima venisse a conoscenza degli abusi sessuali subiti della propria
figlia.
Le indagini hanno portato all'acquisizione di alcuni degli strumenti utilizzati nel corso delle violenze. La vittima e' stata sentita sia dalla Squadra Mobile che dal pm. Una consulenza psico-diagnostica ha accertato la piena attendibilita' del racconto fornito dalla giovane vittima.
L'inchiesta e' stata coordinata dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico.