NETTUNO: INDIANO BRUCIATO, FERMATI 3 GIOVANI ITALIANI
di Pasquale Faiella
ROMA - Una notte da sballo. Una delle tante passate da un locale all'altro, a bere fino ad ubriacarsi. Ma l'alcol spesso non basta piu': ed ecco che la pasticca colorata, l'ecstasy, o la cocaina allungano il ''viaggio'' e aiutano a spostare il limite, fino a osare di piu'. I carabinieri non volevano credere alla confessione dei tre ragazzi ''di buona famiglia'', di Nettuno, uno di 16 anni, che la scorsa notte in questa localita' del litorale romano, hanno prima picchiato e poi cosparso di benzina un immigrato indiano di 35 anni riducendolo in fin di vita. Ma prima, come ennesimo sfregio, il branco ha ''dipinto'' di grigio il volto e il collo dell'immigrato.
''Cercavamo un barbone a cui fare uno scherzo, uno che dorme in strada, non per forza un romeno, un ragazzo di colore, solo uno a cui dare una lezione. Volevamo fare un gesto eclatante, provare una forte emozione per finire la serata''. Queste le parole agghiaccianti pronunciate dal piu' piccolo dei tre, il minorenne interrogato nella caserma dei carabinieri di Nettuno che e' crollato e ha confessato.
I militari sono arrivati in poche ore ad individuare il terzetto: gli altri due fermati - a tutti e' stato contestato il tentato omicidio aggravato - hanno 28 e 19 anni. Il rogo umano e' divampato quasi all'alba su una panchina di marmo della stazione ferroviaria di Nettuno: Sinhg Navte, 35 anni - senza documenti e di probabile etnia sikh - dormiva li' ormai da molte notti. Aveva perso il lavoro e non aveva piu' i soldi per pagarsi un tetto.
Secondo gli elementi raccolti dai carabinieri i tre avevano trascorso una notte ''brava'' tra alcol e droga al termine della quale hanno voluto fare, hanno detto durante l'interrogatorio, un gesto ''eclatante per provare una forte emozione''.
Il ragazzo minorenne ed i suoi amici di 19 e 28 anni, incensurati, e con famiglie di lavoratori alle spalle, tornando a casa la scorsa notte sono passati davanti alla stazione di Nettuno. Qui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, hanno insultato e aggredito il senzatetto che dormiva nell'atrio. Poi si sono allontanati.
Sembrava finita li' ed invece, mentre erano al distributore a fare il pieno all'auto, hanno avuto l'idea di fare ''uno scherzo al barbone'', cosi' come loro stessi hanno detto agli investigatori. Tornati nella stazione hanno dato fuoco all'immigrato e non riuscendo piu' a spegnere le fiamme sono scappati.
Sulle prime gli investigatori avevano ipotizzato un'azione xenofoba, di matrice razzista che sembrerebbe essere pero' venuta meno meno. Sarebbe stata, semplicemente, un'azione da ''teste vuote''.
Secondo quanto osservato dal generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, ''quanto avvenuto non sembra avere uno sfondo razziale, ma con una conseguenza ancor piu' agghiacciante, visto che secondo quanto accertato i tre volevano chiudere la notte, dopo uno sballo di alcol e droga, con un gesto fortemente eclatante''.
Secondo il generale Tomasone ''non capire lo sfondo dietro questo atroce episodio sarebbe come non vedere cio' che succede attorno ai nostri giovani. L'uso smodato di droghe ed alcol a cui si sottopongono condiziona il loro comportamento''. Il cittadino indiano, intanto, e' stato ricoverato all'ospedale S. Eugenio di Roma. Le sue condizioni, in serata, sono migliorate: la prognosi resta riservata, ma non e' piu' in pericolo di vita
di Pasquale Faiella
ROMA - Una notte da sballo. Una delle tante passate da un locale all'altro, a bere fino ad ubriacarsi. Ma l'alcol spesso non basta piu': ed ecco che la pasticca colorata, l'ecstasy, o la cocaina allungano il ''viaggio'' e aiutano a spostare il limite, fino a osare di piu'. I carabinieri non volevano credere alla confessione dei tre ragazzi ''di buona famiglia'', di Nettuno, uno di 16 anni, che la scorsa notte in questa localita' del litorale romano, hanno prima picchiato e poi cosparso di benzina un immigrato indiano di 35 anni riducendolo in fin di vita. Ma prima, come ennesimo sfregio, il branco ha ''dipinto'' di grigio il volto e il collo dell'immigrato.
''Cercavamo un barbone a cui fare uno scherzo, uno che dorme in strada, non per forza un romeno, un ragazzo di colore, solo uno a cui dare una lezione. Volevamo fare un gesto eclatante, provare una forte emozione per finire la serata''. Queste le parole agghiaccianti pronunciate dal piu' piccolo dei tre, il minorenne interrogato nella caserma dei carabinieri di Nettuno che e' crollato e ha confessato.
I militari sono arrivati in poche ore ad individuare il terzetto: gli altri due fermati - a tutti e' stato contestato il tentato omicidio aggravato - hanno 28 e 19 anni. Il rogo umano e' divampato quasi all'alba su una panchina di marmo della stazione ferroviaria di Nettuno: Sinhg Navte, 35 anni - senza documenti e di probabile etnia sikh - dormiva li' ormai da molte notti. Aveva perso il lavoro e non aveva piu' i soldi per pagarsi un tetto.
Secondo gli elementi raccolti dai carabinieri i tre avevano trascorso una notte ''brava'' tra alcol e droga al termine della quale hanno voluto fare, hanno detto durante l'interrogatorio, un gesto ''eclatante per provare una forte emozione''.
Il ragazzo minorenne ed i suoi amici di 19 e 28 anni, incensurati, e con famiglie di lavoratori alle spalle, tornando a casa la scorsa notte sono passati davanti alla stazione di Nettuno. Qui, secondo la ricostruzione dei carabinieri, hanno insultato e aggredito il senzatetto che dormiva nell'atrio. Poi si sono allontanati.
Sembrava finita li' ed invece, mentre erano al distributore a fare il pieno all'auto, hanno avuto l'idea di fare ''uno scherzo al barbone'', cosi' come loro stessi hanno detto agli investigatori. Tornati nella stazione hanno dato fuoco all'immigrato e non riuscendo piu' a spegnere le fiamme sono scappati.
Sulle prime gli investigatori avevano ipotizzato un'azione xenofoba, di matrice razzista che sembrerebbe essere pero' venuta meno meno. Sarebbe stata, semplicemente, un'azione da ''teste vuote''.
Secondo quanto osservato dal generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, ''quanto avvenuto non sembra avere uno sfondo razziale, ma con una conseguenza ancor piu' agghiacciante, visto che secondo quanto accertato i tre volevano chiudere la notte, dopo uno sballo di alcol e droga, con un gesto fortemente eclatante''.
Secondo il generale Tomasone ''non capire lo sfondo dietro questo atroce episodio sarebbe come non vedere cio' che succede attorno ai nostri giovani. L'uso smodato di droghe ed alcol a cui si sottopongono condiziona il loro comportamento''. Il cittadino indiano, intanto, e' stato ricoverato all'ospedale S. Eugenio di Roma. Le sue condizioni, in serata, sono migliorate: la prognosi resta riservata, ma non e' piu' in pericolo di vita