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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 9:55 pm

    LA STORIA DELLE MASCHERE

    Forse sono esistite da sempre. Le portavano gli uomini delle caverne quando si dedicavano ai loro strani riti magici.
    Ci sono due tipi di maschere: quelle facciali che nascondono il volto e quelle a elmo che nascondono completamente la testa. C’e’ stato un momento in cui la maschera la portavano tutti.
    La maschera nel 1800 la si usava nei balli e nei festeggiamenti di carnevale. Cinquecento anni fa gli attori della commedia dell’ arte crearono le maschere personaggio, dal servo sciocco e dall’ intrigante nacquero maschere come Arlecchino e Brighella.
    In teatro mantennero a lungo questa caratteristica, finche’ il declino della Commedia dell’ Arte li allontano’ pian piano dai palcoscenici per limitare la loro presenza nei teatri dei burattini e nelle sfilate di carnevale.

    LA C A R T A P E S T A

    Nonostante le pluricentenarie origini di alcuni carnevali italiani, il primo carro allegorico viene costruito a Viareggio nel 1873. Questo carro era realizzato da addetti del porto che, ispirandosi alle tecniche di costruzione delle navi, riuscirono ad erigere strutture con corde, cavi d’acciaio e paranchi usati nei cantieri. Queste prime opere avevano dei mascheroni realizzati in gesso e pesavano, quindi, anche parecchi quintali. Nel 1921 un carro ospitò, per la prima volta, una intera orchestra. La cosa ebbe così successo che nel 1923 alcuni carristi pensarono di far “ballare” anche i pupi, realizzando, così, i primi movimenti.
    La nascita della moderna “cartapesta” (in realtà carta da calco) e’ però dovuta al Maestro Antonio D’Ariano (1925) che pensò ad un nuovo sistema: ricoprire la creta con il gesso, in modo da ottenere uno stampo al negativo della figura originale, e poi mettere vari strati di carta all’interno di un modello di gesso. Una volta asciugata, la sagoma in carta si staccava dal gesso senza problemi e, identica all’originale, pesava qualche chilo invece di quintali. Grazie a questa invenzione si possono costruire carri immensi che sfiorano le leggi della gravità.

    P U L C I N E L L A

    Figura buffa e goffa; un gran naso, mascherina nera, gobba, cappello a punta, camiciotto e pantaloni bianchi. E’ una delle maschere italiane più popolari. Probabilmente originaria di Napoli: anche il suo nome sembra che derivi dal napoletano “polene” (pulce). E’ una figura essenzialmente popolare. Impertinente, pazzerello, chiacchierone, e’ la personificazione del dolce far niente. Le sue più grandi aspirazioni sono il mangiare e il bere. Pur essendo spesso fatto oggetto di pesanti bastonate, egli riesce simpatico anche ai potenti che prende in giro e inganna con amabile furbizia. Pulcinella e’ una maschera di Napoli, forse il suo nome proviene da “Pulcinello”, cioe’ “piccolo pulcino”. Pulcinella porta il cappello a pan di zucchero, una maschera nera con il naso adunco, cioè grosso e curvo; poi indossa un camiciotto e i calzoni molto larghi e bianchi. Porta con sè un mandolino, sa cantare dolcemente. Le sue scarpe sono nere e lunghe con dei calzini rosa scuro. Ha l’abitudine di ubriacarsi e di mangiare in abbondanza; e’ un bastonatore, cioè picchia con il suo bastone. E’ anche buono, ma egoista, ovvero pensa solo per sè.


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    A R L E C C H I N O



    Il nome deriverebbe dal francese antico Hellequin, diavolo buffo delle leggende medievali. Nel XVI secolo Arlecchino divenne la maschera piu’ popolare del Teatro dell’Arte italiano; all’abito multicolore aggiunse una maschera nera sul viso, un cappello bianco, una borsa di cuoio legata alla cintura e una spatola di legno (batocio). Agli inizi personificava il servo lazzarone e truffaldino, mezzano e cinico. In seguito, soprattutto con Carlo Goldoni, si trasformo’ nel popolano malizioso ma in fondo onesto e sensato. Compagna di Arlecchino e’ Colombina


    ASPETTANDO CARNEVALE .... Arlecchino
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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 10:00 pm

    C O L O M B I N A



    L’unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili e’ Colombina o Smeraldina, briosa e furba servetta. E’ vivace, graziosa, bugiarda e parla veneziano. E’ molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice e’ disposta a combinare imbrogli su imbrogli. Con i padroni vecchi e brontoloni va poco d’ accordo e schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto. Abitualmente non porta la maschera e indossa una cuffia e un vestito a strisce bianche e blu che spiccano sulla gonna blu e sulle calze rosse. Ha il grembiule a balze e sul lato e’ arricchito da un fiocco rosa. Sulla fibbia delle scarpe c’e’ un fiocchetto azzurro. E’ allegra e sapiente, civetta e furba, maliziosa e pungente, spensierata, chiacchierina. Prende in giro le persone che le stanno vicino ed e’ portata a farsi beffe di loro.

    ASPETTANDO CARNEVALE .... Colombina

    D O T T O R B A L A N Z O N E




    Il Dottor Balanzone e’ un costume tipico di Bologna; e’ una maschera che rappresenta un personaggio pedante e brontolone; spesso parla tanto e non conclude niente, ma e’ anche dotto e sapiente. In testa ha un cappello nero a larghe falde; indossa una toga lunga e nera, il panciotto e i pantaloni neri. Ha un merletto bianco sui polsi e, sul collo, un bel colletto di pizzo. Porta le calze bianche e delle scarpe nere con tanto di tacco. Ha i baffetti all’insu’. Molto spesso tiene un libro sotto il braccio che completa la sua immagine. Procede imperterrito nei suoi discorsi senza spaventarsi delle colossali baggianate che dice

    ASPETTANDO CARNEVALE .... Balanzone

    P A N T A L O N E




    E’ una maschera veneziana; veste sempre molto semplicemente: ai piedi porta le pantofole; ha un camicione e una calzamaglia rossi con un colletto bianco e sopra indossa un mantello nero. Porta una maschera in faccia e una cinta alla vita. In testa ha una cuffia aderente che sembra un tutt’uno con la maschera. Pantalone ha un carattere particolare: e’ nervoso e “rompiscatole” perche’ e’ il vecchio brontolone e testardo. Lui spende poco, e’ attaccato al suo denaro. Qualche volta la gente lo lascia perdere perche’ si lamenta sempre. Impersona un vecchio mercante veneziano avaro e brontolone. Ebbe in un primo tempo il nome di Magnifico, e assunse poi quello di Pantalone de’ Bisognosi

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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 10:20 pm

    P I E R R O T

    Tra le maschere straniere la piu’ famosa e’ Pierrot. Arriva dalla Francia. All’inizio era un servo sciocco e ingenuo, poi e’ diventato un classico personaggio romantico, suonatore di chitarra, eternamente innamorato, con una comicita’ velata di tristezza. Indossa un’ampia giacca bianca, stretta in vita su calzoni bianchi, con accessori neri
    ASPETTANDO CARNEVALE .... Pierrot

    H A N S U V U N S T

    La Germania ci propone Hansuvunst, il suo nome in tedesco, significa Gianni Salsiccia. E’ un popolano rozzo e ignorante, ma pieno di buon senso.



    P E T R U S K A

    In Russia la maschera piu’ nota e’ Petruska, e’ un popolano rozzo, violento, attaccabrighe, popolarissimo ancora oggi nel teatro Russo dei Burattini



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    G I A N D U I A



    Gianduia e’ la piu’ popolare maschera del Piemonte, il re di Torino durante il Carnevale. Gianduia nasce ad opera di un burattinaio che aveva un enorme successo con il suo burattino chiamato “GIRONI”, che in dialetto piemontese significa Gerolamo. Un contadino simpatico, arguto e furbo, un certo GIOAN d’la douja, cosi’ chiamato perche’ in qualunque osteria entrasse chiedeva un boccale di vino (douja, in dialetto piemontese). GIOAN vestiva con una lunga giacca marrone bordata di rosso, un panciotto giallo, calze rosse e brache di fustagno e in testa un cappello a tre punte, il tricorno, e aveva un codino girato all’ insu’legato con un bel nastrino rosso. Sul collo portava un fiocco verde oliva e un ombrello sempre dello stesso colore. Aveva le scarpe di color nero e i calzini rossi. Il suo nome fu presto abbreviato in Gianduia, divenne un burattino di grande successo e, in seguito, la maschera ufficiale di Torino. Gianduia e’ quindi un galantuomo, di carattere allegro con buon senso e coraggio, ama il buon vino e la buona tavola ed e’ il personaggio sempre presente nelle feste popolari torinesi, dove non manca neppure la sua fedele compagna Giacometta, con la quale, nei giorni di carnevale, gira su una carrozza di gala e va a fare visita ad ospedali, ospizi e ad ossequiare le autorita’ cittadine.

    ASPETTANDO CARNEVALE .... Gianduia
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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 10:28 pm

    B R I G H E L L A



    Brighella e’ una maschera tradizionale dell’Italia, che proviene dalla Lombardia precisamente da Bergamo. Il suo personaggio era originariamente quello del servo buffo e intrigante, astuto (il nome Brighella deriva da “briga”) al punto che non si riesce mai a capire se la furberia sia un voluto abbandonarsi al gioco degli inganni e se la balordaggine non nasconda una buona dose di finezza. Vivace e insolente con le donne, chiacchierone coraggioso con i poltroni. Brighella indossa giacca e pantaloni decorati di galloni verdi; ha le scarpe nere con i pon pon verdi; il mantello e’ bianco con due strisce verdi, la maschera e il cappello sono neri. E’ un servo sempre in cerca di avventure. Normalmente e’ lui che inizia a litigare, e’ un attaccabrighe e da questa sua caratteristica prende il nome Brighella. Suona e canta molto bene, e’ un tipo spiritoso e scherzoso. Nelle rappresentazioni teatrali talvolta lo fanno agire come un personaggio fedele e altruista
    ASPETTANDO CARNEVALE .... Brighella

    R U G A N T I N O




    Il suo nome deriva dal verbo romanesco “ruga”, cioe’ “protestare con arroganza”. Rugantino e’ del Lazio; veste con un cappello rosso, alto, tipo gendarme, ha un colletto plissettato, una giacca marrone, lunga, orlata di giallo, un panciotto rosso, calze a strisce orizzontali rosse e gialle, delle scarpe con fibbia. E’ un attaccabrighe, spesso si vanta senza averne motivo, e’ poltrone e crudele; anche quando prende dei ceffoni conserva il suo carattere linguaccione.


    ASPETTANDO CARNEVALE .... Rugantino

    S T E N T E R E L L O



    Tipica maschera della Toscana, indossa una giacca blu con il risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri. Ha un panciotto puntinato verde pisello e dei pantaloncini scuri e corti. Ha una calza rossa e una a strisce bianco – azzurro e le scarpe nere. In testa porta un cappello a barchetta nero e una parrucca con il codino. E’ molto generoso con chi e’ piu’ povero di lui, e’ dotato di arguzia e di saggezza che, unite all’ottimismo, gli fanno superare le avversita’ della vita.

    ASPETTANDO CARNEVALE .... Stenterello

    S C A R A M U C C I A



    Scaramuccia e’ una maschera napoletana, della Campania. Questa


    maschera indossa un berretto nero alla basca, sembra una cuffia da letto. Sul viso porta una maschera nera. La giubba corta a righe nere e grigie scure la porta sborsata con una cinta. Scaramuccia porta un colletto bianco alla Stuarda, fatto di pizzo. Sopra indossa un mantello nero. I calzoni sono a meta’ ginocchio, completati da lunghe calze. Le scarpe sono nere e a punta e hanno un fiocchetto all’altezza della caviglia. E’ un tipo spaccone, ma, in realta’ sta quasi sempre in silenzio; in un modo o nell’altro prende ogni giorno qualche botta! E’ uno scansafatiche eccezionale: come lui non c’e’ nessuno
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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 10:58 pm

    M E N E G H I N O




    E’ una maschera che viene dalla Lombardia precisamente da Milano. Questa maschera e’ nata alla fine del Seicento. Porta il tricorno, un cappello con tre punte, la parrucca con un codino, la giacca lunga rossiccia e marrone, i calzini in cima al ginocchio verdi e in fondo le calze a righe rosse e bianche. Sotto la giacca indossa una camicia gialla con ai bordi del pizzo e un fazzoletto intorno al collo. Le scarpe sono marroni, della forma di una volta, con una fibbia davanti. In mano porta un ombrellino rosa. Il suo vero nome e’ Domenico, mentre il diminutivo e’ “Domeneghin”. Personifica la maschera milanese che risponde, sempre pronto, alle domande spiritose

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    G I A N G U R G O L O




    Il suo nome significa “Giovanni dalla gola piena”: fu ideato dai Calabresi che volevano mettere in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani spagnoleggianti. Ha un lungo naso, un’andatura bellicosa e porta sempre un cappello di feltro a cono. Nei suoi pranzi consuma carretti di maccheroni, molto pane e intere botti di vino. Adopera la spada per inezie, ma e’ sempre pronto a fuggire come il vento.

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    C A P I T A N S P A V E N T A




    Capitan Spaventa e’ una maschera tradizionale della Ligura del XI secolo. Ha un vestito a strisce colorate, gialle e arancioni, un cappello a larghe tese abbellito con piume colorate, ricchi stivali e una spada lunghissima che trascina facendo molto rumore. Ha dei lunghi baffi ed un pizzo castano. E’ uno spadaccino temerario che combatte piu’ con la lingua che con la spada (cioe’ parla e discute molto). Era solito prendere in giro gli ufficiali di quel tempo
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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 11:05 pm

    B U R L A M A C C O

    Maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio e’ Burlamacco, un pagliaccio che veste indumenti presi da varie maschere italiane: una tuta a scacchi bianchi e rossi, ripresa dal costume di Arlecchino, un pon pon bianco rubato dal camicione di Pierrot, una gorgiera bianca alla Capitan Spaventa, un copricapo rosso, su imitazione di quello di Rugantino, e un mantello nero, tipico di Balanzone. Il nome Burlamacco deriva da Buffalmacco, pittore fiorentino e personaggio del Decamerone, ma e’ anche legato al cognome lucchese Burlamacchi
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    F A R I N E L L A

    Maschera tipica del Carnevale di Putignano e’ Farinella, simile ad un jolly, con un abito a toppe multicolori e sonagli sulle punte del cappello, delle scarpe e del colletto. Prende il nome dalla farinella, antichissimo cibo povero del mondo contadino, a base di ceci e orzo abbrustolito.

    S A N D R O N E

    E’ una tipica maschera dell’ Emilia Romagna. Il suo cappello sembra una cuffia da notte: e’ di lana rossa. Porta una giubba verde, una panciera bianca con pallini rossi, i calzoni corti color marrone, le calze rigate bianche e rosse. Le scarpe sono molto grosse. Ha il faccione color vino, di cui e’ molto amico; spesso ha in mano un fiasco di vino rosso. E’ il caratteristico contadino ignorante, ma pieno di buon senso e di furberia: talvolta e’ falso e bastonatore, cioe’ ama picchiare, a ragione o torto.

    T R U F F A L D I N O

    Maschera italiana, il cui nome ebbe ispirazione forse da due personaggi di commedia che avevano in comune il nome di “truffa”. E’ un servo furbo e imbroglione.

    M E Z Z E T T I N O

    Maschera della Commedia dell’Arte. Il suo costume era quello di un servo, ma poi grazie ad Angelo Costantini interpreto’ un personaggio vicino ad Arlecchino.

    F R I T T E L L I N O

    Tipo di servo e raggiratore delle Commedia dell’Arte; e’ il nome di uno degli Zanni raffigurati nella raccolta di stampe.

    B E R T O L I N O

    Uno dei nomi del secolo Zanni nella Commedia dell’Arte, impersonate da Niccolo’ Cella verso la meta’ del XVII Secolo, e da Ambrogio Broglia nel 1672.

    T R A C C A G N I N O

    Nome, nella Commedia dell’Arte italiana, cammina tutto rattristito e parla in greco; viene scambiato spesso per Arlecchino.

    P E D R O L I N O

    Nome di Zanni della Commedia dell’Arte; dal suo nome alcuni vogliono sia derivato in Francia Pierrot e in Russia Petruska.
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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 11:08 pm

    IL CARNEVALE IN GENERALE

    La parola deriva forse dal latino carrus navalis o dal latino tardo carnem levare, tagliare la carne della dieta (in osservazione al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima) ; dal latino medievale carnem laxare , "lasciare la carne" , derivò anche la forma "carnasciale",da cui il termine letterario quattrocentesco canti carnevaleschi.
    Pur non avendo il carnevale nessun collegamento con la liturgia cristiana, essendo un residuo di istituzioni pagane,tradizionalmente coincide con i giorni precedenti alla Quaresima. Nell' Europa meridionale comincia la domenica precedente il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima e finisce il martedì successivo, detto martedì grasso (dall'uso di consumare un pasto a base di carne e grassi prima della dieta di magro della Quaresima).
    I festeggiamenti hanno origine molto remota e si ricollegano ad antichi riti pagani.
    Una forma di Carnevale esisteva nella Roma pagana: era la festa di Saturno. per l'occasione venivano organizzati cortei al suono di strumenti molto rumorosi, con la partecipazione del popolo che si riversava nelle strade e nelle campagne e si ingozzava a più non posso di cibi e di vino. La maschera, attualmente segno di beffa di trasgressione e di divertimento, nella civiltà precristiane era considerata strumento atto a conferire a chi la indossava un potere sovrannaturale o la forza degli animali sacri.
    Solo inseguito all' avvento del cristianesimo i riti del Carnevale persero l' originario carattere magico-rituale per diventare semplice occasione di divertimento popolare e simbolica affermazione dell' ordine del mondo.
    Il desiderio di far baldoria almeno una volta l'anno è sempre stato vivo nell'uomo, e così, a poco a poco, sia pure senza gli eccessi di prima, il Carnevale rifiorì.
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    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 11:11 pm

    IL CARNEVALE IN ITALIA


    Il carnevale in Italia









    IL CARNEVALE DI ROMA

    In Italia la tradizione del Carnevale ha un primato indiscutibile. Il Carnevale di Roma gareggiava con quello di Venezia per grandiosità pittoresca e per sovrana eleganza. Essi hanno ispirato innumerevoli poeti ed artisti che ne hanno fissato immagini d’abbagliante splendore. Il Carnevale romano ebbe il suo grande momento sotto il pontificato di Papa Paolo II (1466), il quale volle rimettere in auge le corse che erano tanta parte delle feste di Monte Testaccio e del Circeo agonale. Inoltre, ordinò artistiche mascherate organizzandole egli stesso e sostenendone signorilmente le spese.
    Caratteristica del Carnevale romano fu, per molto tempo, la famosa “Corsa dei barbari”, tanto cara alla popolazione. Partivano i cavalli da Piazza del Popolo e, a corsa sfrenata, attraversano la via Lata (il Corso) e venivano fermati in piazza Venezia. Vi prendevano parte i più rinomati cavalli da corsa, i cui proprietari, patrizi della più alta nobiltà, della vittoria dei loro cavalli si facevano un merito morale superiore al premio dei palii assegnati. L’acclamazione d’un vittorioso barbero (di Barberia) d’un principe, significava infatti, molto spesso, dimostrazione di attaccamento alla Casa principesca.
    La sera dell’ultimo giorno di Carnevale, le strade di Roma offrivano lo spettacolo d’un agitato mare di fiammelle. Ogniuno reggeva un moccolotto e cercava di spegnere quello del vicino, difendendo il proprio. La folla coi moccolotti rappresentava burlescamente il corteo funebre del Carnevale defunto, il cui simulacro veniva arso in piazza del Popolo.



    IL CARNEVALE DI IVREA



    Il Carnevale di Ivrea è una rappresentazione storica vecchia di quasi duecento anni, che si catterizza per il grande coinvolgimento emotivo offerto ogni anno dall’ intera città agli occhi dei visitatori.
    In quei giorni, gli Eporediesi diventano padroni della città raccogliendosi attorno ai protagonisti della manifestazione- la Mugnaia e il Generale- e a loro seguito, e dando vita a quell’ affascinante ed unico spettacolo che è la BATTAGLIA delle ARANCE. La vicenda da cui questa festa di popolo trae origine, risale al 1600, quando i vari rioni della città festeggiavano ognuno per conto proprio il Carnevale, con feste animate da un accesa rivalità, che sfociavano spesso in violenti scontri. Agli inizi dell’ ottocento il governo napoleonico, sotto il quale era venuta a trovarsi Ivrea, impose di unificare i vari Carnevali rionali in un’unica festa, per mitigare lo spirito acceso degli Eporediesi.
    Fu inoltre consentito a un cittadino Eporediese di vestire i panni di Generale del esercito napoleonico e circondarsi di aiutanti di campo e di ufficiali di stato maggiore, di ispirazione bonopartista.
    A quest’ epoca risale anche l’ obbligo per tutti di indossare il berretto frigio del caratteristico colore rosso, simbolo della rivoluzione francese. Ma lo spirito di libertà degli Eporediesi è in realtà ancora più antico: già nel 1194 essi insorsero contro il conte Ranieri di Biandrate, posto al governo della città da Federico Barbarossa. Si narra che, secondo l’usanza del tempo il tiranno pretendesse di esercitare lo “jus primae noctis”, ovvero di passare con le spose la prima notte di nozze. Questa sorte toccò anche a Violetta la bella figlia di un mugnaio, che riuscì però a ribellarsi alle pretese del signore mozzandogli la testa con un pugnale nascosto sotto la veste nuziale. Mostrando la testa del tiranno al popolo degli Eporediesi, raccolto sotto gli spalti dell’antico Castellazzo, la mugnaia scatenò una rivolta popolare che portò alla distruzione del castello.



    IL CARNEVALE DI VENEZIA


    Festa che si ripete ogni anno in occasione del Carnevale a Venezia. La sua origine risale probabilmente ai festeggiamenti indetti nel 1662 per la vittoria del doge di Venezia sui patriarca di Aquileia.
    Il Carnevale veniva inizialmente celebrato il solo giovedì grasso, con gare, fuochi d’artificio, giochi e spettacoli ai quali partecipava tutta la popolazione. Nel settecento i nobili si camuffavano con la bauta, una mantellina nera di velluto o seta con cappuccio, alla quale era fissata una maschera a coprire anche il volto; i diversi quartieri della città elaboravano maschere o costumi propri, così come le varie corporazioni di mestiere. Con il tempo, la dimensione spettacolare e di divertimento collettivo del Carnevale prese il sopravvento sul valore simbolico della festa, che doveva rappresentare l’ultimo tripudio di gioia e sfrenatezza prima del periodo di penitenza della Quaresima. Nello scenario suggestivo del Canal Grande popolo ed aristocratici familiarizzavano e passavano la notte cantando e bevendo allegramente. Centinaia di gondole illuminate scivolavano sulle acque della laguna creando uno spettacolo fantastico.
    Nel 1981 è stata realizzata la fusione tra l’immagine del Carnevale e quella del teatro, rievocando riti medioevali e addirittura festività precristiane. Fino ad allora il Carnevale di Venezia era stato simile a quello di altre città italiane, lasciando a testi e a vecchie fotografie la tradizione dei secoli d’oro della Serenissima.
    A mano a mano il Carnevale ha assunto una veste tutta sua, sicuramente di grande suggestività e fascino. Il merito va alle maschere,i fantasmi di oro e seta che si agirano per calli e campielli dando vita ad un vero e proprio stile nel travestimento carnevalesco in cui si fondono Medioevo, Rinascimento e settecento veneziano.



    IL CARNEVALE DI VIAREGGIO


    Il Carnevale di Viareggio nacque nel 1873, quando ad alcuni “signori” del luogo venne in mente di organizzare una domenica diversa, realizzando un corteo di carrozze addobbate con fiori che andavano su e giù per la Via Regia, strada principale della città. In quell’occasione fu organizzata anche una mascherata di protesta dei cittadini, costretti a pagare troppe tasse, e fu preso in giro proprio il capo degli esattori comunali.
    La sfilata piacque molto sia ai promotori che ai cittadini e nacque così l’idea di realizzare ogni anno dei carri che interpretassero umori e malumori della gente.
    Viareggio da allora è diventata la patria del Carnevale italiano, con i suoi corsi mascherati caratterizzati da carri allegorici in cartapesta: delle vere opere d’arte alla cui realizzazione i carristi viareggini dedicano un intero anno. Non c’è politico, uomo di coltura o di spettacolo di ogni parte del mondo che non sia stato preso di mira, divenendo il protagonista di uno quei carri che sembrano prendere vita durante la sfilata, muovendo le braccia, aprendo la bocca non tanto gli occhi. Su ognuno di essi trovano posto anche ragazzi e bambini che lanciano coriandoli e stelle filanti agli spettatori divertiti.
    Durante tutto il periodo vengono organizzate anche feste mascherate nei diversi rioni della città e numerose manifestazioni di spettacolo, sport e cultura.

    IL CARNEVALE DI PUTIGNANO




    Siamo a Putignano, in Puglia: qui il Carnevale, oltre ad essere legato ad una serie di corsi mascherati con carri allegorici in cartapesta realizzati, secondo una consolidata tradizione da abilissimi artigiani del luogo, è caratterizzato da alcuni riti di origine popolare.
    Il Carnevale ha inizio il 26 dicembre con la Festa delle Propaggini (lunghi tralci di vite che vengono interrati per la parte inferiore), rassegnava di umorismo e satira in versi e strofe, ispirati a fatti e personaggi della città le cui origini, di carattere religioso, sono antichissime. Uno dei riti più antichi è lo “Ndondaro”, rumoroso corteo di gente vestita da contadino, guerriero o altrimenti, che percorre le vie della città cantando e suonando strumenti improvvisati. “Ndondaro” è un termine dialettale legato al movimento dell’altalena.
    Nel pomeriggio del lunedì grasso si svolge l’estrema unzione del Carnevale, parodia di un vero e proprio rito liturgico, con tanto di chierichetti e di preti.
    Nel pomeriggio del martedì grasso si può assistere al funerale di re Carnevale: la sua bara viene accompagnata dalla moglie, che piangendo ne descrive le virtù, e da un corteo di donne che intonano canti raccapriccianti, interrotti da forti di urla. Alla fine della processione si da fuoco alla bara o al fantoccio che rappresenta il Carnevale.
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    ASPETTANDO CARNEVALE .... Empty IL CARNEVALE NEL MONDO

    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 11:24 pm

    IL CARNEVALE NEL MONDO

    Il carnevale non è solo un’origine italiana, ma si espande anche nel resto del mondo.

    Il Carnevale di Nizza




    Fra i carnevali più celebri del mondo ricordiamo quello di Nizza, le cui origini si perdono nel tempo. Ogni anno, nella città, meta di numerossissimi turisti, si svolgono le sfilate di carri e di maschere e soprattutto le caratteristiche “battaglie di fiori”. I fiori infatti sono l’elemento principale di questo Carnevale e in particolare delle feste che si svolgono nei giardini Alberto I, tutti i giorni, escluso il sabato. Nello stesso periodo al Palais des Expositions si tiene la festa della birra, con musiche e canti tirolesi. Il giorno di martedì grasso ha luogo l’imponente sfilata di maschere, carri e pubblico, che inizia nel primo pomeriggio e continua fino a tarda notte, quando il rogo di Re Carnevale, il grande spettacolo di fuochi d’artificio e il veglione all’Hotel Plaza concludono il Carnevale nizzardo.

    Il Carnevale in Germania

    In Germania, particolarmente caratteristico è il Carnavale che si celebra a Colonia: inizia il giorno 11 novembre alle ore 11 e 11 minuti esatti, con la nomina del Principe, del Fante e della Vergine, i tre personaggi principali delle feste. Solo il giovedì grasso essi però scenderanno tra il pubblico a dare il via alle celebrazioni. Questa giornata è interamente deicata alle donne, che dominano nelle case, negli uffici e nei negozi. Prendono il comando della città e possono permettersi ogni libertà nei confronti dell’uomo. Mascherate, catturano i loro compagni, considerati per l’occasione veri e propri nemici e, come svolgessero una specie di rito, tagliano loro la cravatta.

    Il Carnevale in Danimarca

    In Danimarca a Dragor, un piccolo centro vicino a Copenaghen, durante il Carnevale si tiene una gara par eleggere il “re dei gatti”. Alcuni giovani in costume e a cavallo cercano di colpire una botticella appesa tra due pali con una mazza: un tempo dentro la botticella veniva chiuso un gatto, oggi sostituito con dolci e premi per il cavaliere che per primo riesce, con un solo colpo di mazza, a rompere la botticella.

    Il Carnevale in Grecia


    In Grecia il Carnevale più prestigioso è quello che si tiene a Pratasso: dura tre settimane con sfilate floreali e sontuosi balli in maschera. Caratteristiche sono le battaglie della cioccolata: alcune ragazze in costume, sopra cocchi decorati con fiori, gettano sul pubblico petali e dolci; tutt’intorno risuonano le musiche eseguite da bande. La maschera principale del Carnevale di Pratasso è il “domino nero”, ampio mantello con cappuccio, derivato dal Carnevale di Venezia, da dove venivano importate lussuose sete nere da indossare in questa occasione. La sera del venerdì grasso ha luogo nel teatro municipale il primo ballo del “domino nero”, al quale le donne si recano da sole, indossando maschere e guanti neri. gli uomini invece portano il costume tradizionale chiamato “tudexos”. Una seconda edizione del grande ballo si svolge la sera della domenica e chiude le manifestazioni del Carnevale di Pratasso.

    Il Carnevale in Sudamerica

    In Sudamerica il Carnevale ha sempre rappresentato un avvenimento di eccezionale importanza per le popolazioni, soprattutto per quelle più povere e più legate alle tradizioni. Certamente il Brasile ha il merito di aver dato origine a uno dei carnevali più tipici, più sfarzosi e più significativi del mondo.
    Bahia, stato del Brasile orientale, e la città di Rio de Janeiro si contendono l’onore di essere stati la culla del Carnevale brasiliano: oggi si tende a pensare che nato a Bahia, sia stato in seguito trasportato a Rio. La sua origine è comunque legata ad antichissime tradizioni del luogo e solo in seguito sono stati inseriti i carri allegorici, le maschere che lanciano fiori, i cortei, come in Europa. Il Carnevale brasiliano è comunque basato sulla musica e sulla danza, eseguita da gruppi di maschere. Questa musica e questa danza sfrenata spesso danno luogo a incidenti, perchè il popolo, che è costretto a vivere in povertà e che molte volte è privato della libertà da governatori tirannici, approfitta di questo periodo di festa per sfogare la propria tristezza e consolarsi dimenticando la miseria. E così, spinti dall’alcool e storditi dalla musica e dalla confusione, molti si abbandonano a risse, vendette personali compiute con l’aiuto della maschera che li rende irriconoscibili, furti ecc. Numerosi morti e feriti sono il triste risultato che accompagna ogni fine di questo Carnevale.
    A Salvador de Bahia le manifestazioni iniziano con una musica che risuona per le strade, amplificata da altoparlanti montati su camion. È il segnale atteso da tutti: una massa di persone si riversa nelle vie e balla dalle nove di mattina alle nove di sera al ritmo di samba, la danza regina del carnevale brasiliano, accompagnata dal “trios électrico”, una specie di orchestrina viaggiante, dove lo strumento principale è costituito dalla chitarra elettrica. La musica può venire eseguita anche dalle “batucadas”, pure queste orchestre ambulanti che si rifanno alle musiche della tradizione africana con i loro tamburi, tamburini, campanelli a percussione ecc. vengono ballati anche la “capoeria”, danza di origine angolana, e il “frevo”, simile alla polka. Colore, rumore, musica e spontaneità carattrizzano questo Carnevale, dove tutto il popolo partecipa alla grande festa.

















    RIO DE JANEIRO

    Il grande sogno del Carnevale

    C’è chi, come il barone di Rio Branco, afferma “che in Brasile solo due cose sono ben organizzate: il disordine e il Carnevale”.
    C’è chi, come il cantante Caetano Veloso, ritiene si possa parlare di “pane e Carnevale”, così come nell’antica Roma si parlava di “panem et circensem”, la strategia di seduzione degli imperatori per evitare le rivolte popolari.
    C’è chi, come certi esponenti del clero, ritiene che “durante il Carnevale il Diavolo è libero e nessuno risponde più delle proprie azioni”.
    Comunque la si pensi, il Carnevale a Rio è di certo l’avvenimento dell’anno. Per tutto l’anno ogni uomo e ogni donna non ha avuto in testa un solo, magico nome: Carnaval. Migliaia di ore per confezionare vestiti suntuosi, barocchi, anacronistici. Migliaia di cruzeiros vengono spesi anche da chi vive nelle favelas. Tutto questo per sfilare magari solo un’ora, sambando infaticabilmente anche sotto la pioggia scrosciante, sempre allo stesso ritmo.
    Partendo ci si dice che non si riuscirà mai a rimanere svegli tutta la notte seduti a guardare. Il mattino, quando avanza l’ultima scuola, si sente un groppo in gola: è già finito. Gli occhi sono pieni di luce e colore, nelle orecchie rimbomba il samba, la testa scoppia. Ci si sente felici e tristi. Si va a zonzo per le strade, non rassegnandoci ad andare a dormire. Il giorno successivo, il mercoledì, la gente tornerà a lavorare, risparmiandosi, come dice Chico Buarque de Hollanda, un altro anno “per quando il Carnevale arriverà”.

    Un po’ di storia

    Se è vero che negli ultimi anni il Carnevale di Rio sta diventando un fenomeno sempre più sfruttato commercialmente, è altrettanto vero che la gente partecipa alla festa per distrarsi e non per il piacere del turista.
    Il Carnevale nasce come festa popolare, d’altra parte. Esso affonda le proprie radici nelle tradizioni che i neri dell’Africa e i portoghesi delle Azzorre portarono con sé. A partire dal 1870 i neri seguiti poi dai bianchi avevano perso l’abitudine di sfilare, come in occasione delle processioni religiose, al ritmo del proprio folclore.
    Le prime musiche per il Carnevale furono scritte a partire dalla fine del XIX secolo, i primi samba negli anni venti del XX secolo; questi furono anche registrati su disco e ciò diede grande impulso allo sviluppo di tali musiche e più in genere del Carnevale. A partire dagli anni trenta nacquero le prime scuole di samba e poco dopo si organizzarono concorsi per decretare quale fosse la migliore. Tali concorsi costituiscono oggi il “sale” del Carnevale.

    Il Carnevale di Londra

    Il Carnevale a Londra? Notting Hill Carnival
    Nella città più multietnica d’Europa, il Carnevale non può che essere uno spettacolo nel quale le tradizioni folcloristihe di tutto il mondo si mischiano per dare origine ad un cocktail unico. Il Carnevale di Notting Hill ha avuto origine dagli immigrati caraibici, in particolare da quelli di Trinidad, città nella quale la tradizione del Carnevale è fortemente radicata. Gli immigrati sognavano un periodo di festeggiamenti che servisse anche ad unire tutte le etnie presenti in Notting Hill, trasformando il Carnevale in una festa per tuti coloro che ogni giorno dovevano affrontare il razzismo, la mancanza di lavoro e le pessime condizioni di vita. Bande musicali, gruppi mascherati, gruppi danzanti scesero per la prima volta in strada nel 1964 e fu un gran successo.
    Quando i primi immigrati caraibici arrivarono a Notting Hill, ricordando l’usanza diTrinidad, diedero origine a uno dei Carnevali più belli del mondo, quello di Notting Hill.
    Già dal 1960 la manifestazione divenne molto amplia, al motto di “Ogni spettatore è un protagonista”. I partecipanti possono appartenere alle cinque categorie del Carnevale:
    -Mas, da “masquerade”, cioè i gruppi in maschera;

    -Soca, cioè Soul e Calipso, gruppi che suonano la musica tipica del Carnevale di Notting Hill;

    -Steelbands, bande di percussionisti;

    -Gruppi danzanti;

    -Musicisti di strada, che contribuiscono a creare l’ambiente tipico, suonanti musiche raggae, jazz, soul, hip-hop and funk music, house, garage.

    Oggi il Carnevale di Notting Hill è diventato un evento realmente globale, con gruppi provenienti da Afghanistan, Khurdistan, Bangladesh, Filippine, Bulgaria, Russia, Brasile, Caraibi, Africa, centro e sud America e dalla stessa Gran Bretagna.
    I festeggiamenti si svolgono nell’ultima settimana di Agosto e sono previste due giornate per le sfilate. Durante queste due giornate, vengono anche allestiti due palcoscenici sui quali si esibiscono artisti famosi provenienti da tutto il mondo, che esibiscono gratuitamente per gli spettatori.

    Il Carnevale di New Orleans

    Le origini del Carnevale di New Orleans risalgono al 1827, alla cosiddetta Mardi Gras celebration.
    Nel 1833 Bernard Xavier de Marigny de Mandeville, un proprietario terriero, finanziò i festeggiamenti del Mardi Gras e nel 1837 la prima sfilata (Mardi Gras Parade) fu messa in scena per le strade della città. Da allora il Carnevale di New Orleans è divenuto la festa più pazza del mondo. Qui i festeggiamenti vengono presi molto sul “serio”, tanto che gli organizzatori chiamano uesto periodo “madness”(follia). Ed in effetti è come se la gente fosse colta da temporanea pazzia o, per mglio dire, euforia. In linea con la tradizione del Carnevale, che vuole gli antichi, nel periodo pre quaresima, festeggiare dandosi a Bacco e a Venere, a New Orleans anche le persone più rispettabili, perfettamente inserite nella comunità cittadina, si travestono da Dragor.

    Il Carnevale nelle Isole Vergini

    La storia

    Le origine del Carnevale risalgono al 1911, quando Adolph “Ding” Sixto, di ritorno da Rio, portò con sé l’idea di una grande festa in maschera, che si svolse per la prima volta nel giorno di S.Valentino del 1912. Il Carnevale comprendeva anche gare di diverso tipo, di bicicletta, di barche, ma anche divertenti gare di caccia al maiale e battaglie di confetti.
    Quando il Carnevale riprese, gli organizzatori focalizzarono la loro attenzione sulle sfilate in maschera e sui costumi locali, guidate da donne e uomini a cavallo, vestiti con le uniformi ufficiali del Carnevale di S.Thomas.
    Da allora, il Carnevale è divenuta una festa che coinvolge tutta la popolazione delle Isole Vergini e attira turisti da tutto il mondo. Nelle ultime due settimane di Aprile le olline di S.Thomas riecheggiano dei suoni allegri e vibranti del calypso suonate dalle brass, steel, and scratch bands. Colori sfolgoranti, gente allegra, voglia di festeggiare, natura incontaminata: tutto questo è il Carnevale a S.Thomas. Concerti notturni attirano folle di entusiasti spettatori nel Lionel Roberts Stadium, dove giovani calypsoniani esibiscono il loro talento e vechie conoscenze del carnevale locale infervorando la folla festeggiante.
    Durante i festeggiamenti avvengono ancora oggi gare tra imbarcazioni di diversa grandezza e sfilate di navi di straordinaria bellezza.
    Poiché le Isole Vergini fanno parte del territorio americano, i turisti sono per lo più statunitensi, ma non mancano curiosi dal resto del mondo.
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    ASPETTANDO CARNEVALE .... Empty FILASTROCCHE E POESIE

    Messaggio  chica Sab Feb 21, 2009 11:38 pm

    FILASTROCCHE E POESIE



    La Leggenda del Costume di Arlecchino






    C'era una volta un bambino, chiamato Arlecchino, molto povero che viveva con la sua mamma in una misera casetta.
    Arlecchino andava a scuola e, per carnevale, la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i bambini della scuola di vestirsi in maschera.
    I bambini accolsero l'idea con molto entusiasmo, parlavano dei loro vestiti coloratissimi e bellissimi.
    Soltanto Arlecchino, solo, in disparte,non partecipava all'entusiasmo generale; zitto, zitto, in un angolíno, sapeva che la sua mamma era povera e non avrebbe mai potuto comprargli un costume per quell'occasione!
    Ma agli altri bimbi dispiacque vedere Arlecchino tanto triste, così ciascuno di loro decise di portare alla sua mamma un pezzetto di stoffa avanzata dai loro costumi colorati. La mamma lavorò tutta la notte, cucì fra loro tutti i pezzi diversi e ne fece un abito. Al mattino Arlecchino trovò un bellissimo abito di tanti colori diversi. Cosi, alla festa della scuola fu proprio lui la maschera più bella e più festeggiata... e tutto questo grazie all'aiuto che i suoi compagni gli avevano dato.
    Così, la leggenda ci racconta, nacque il costume di Arlecchino.



    Carnevale

    Che fracasso!
    Che sconquasso!
    Che schiamazzo,
    mondo pazzo!
    E’ arrivato Carnevale
    buffo e pazzo,
    con le belle mascherine,
    che con fischi, frizzi e lazzi,
    con schiamazzi,
    con sollazzi,
    con svolazzi di sottane
    e di vecchie palandrane,
    fanno tutti divertir. Viva, viva Carnevale,
    che fischiando,
    saltellando,
    tintinnando,
    viene innanzi e non fa male;
    con i sacchi pieni zeppi
    di coriandoli e confetti,
    di burlette e di sberleffi,
    di dispetti,
    di vestiti a fogge strane,
    di lucenti durlindane,
    di suonate, di ballate,
    di graziose cavatine,
    di trovate birichine!



    Brighella

    Son Brighella, attaccabrighe.
    Ho la casacca con le righe,
    righe verdi ed alamari,
    sempre le tasche senza denari.
    Mangio molto, non spendo mai:
    niente soldi e niente guai!



    La canzone delle mascherine

    Un saluto, a tutti voi;
    dite un po’ chi siamo noi?
    Ci guardate e poi ridete?
    Oh! mai più ci conoscete!
    Noi scherziam senza far male,
    Viva, viva il Carnevale!
    Siamo vispe mascherine,
    Arlecchini e Colombine,
    diavolini, follettini,
    marinai
    bei ciociari
    comarelle
    vecchierelle:
    noi scherziam senza far male,
    viva, viva il Carnevale!
    Vi doniamo un bel confetto,
    uno scherzo, un sorrisetto;
    poi balliamo
    poi scappiamo.
    Voi chiedete:
    Ma chi siete?
    Su pensate,
    indovinate.
    Siamo vispe mascherine,
    Arlecchini e Colombine,
    diavolini, follettini,
    marinai
    bei ciociari
    comarelle
    vecchierelle:
    noi scherziam senza far male,
    viva, viva il Carnevale!



    Colombina

    Vestito bianco
    ho di bucato,
    verde il grembiule
    come un prato.
    Dalla cuffietta
    di tutti i colori
    i riccioli
    scappano fuori.



    Carnevale

    E’ tornato Carnevale.
    Per la strada, tra un inchino
    e una buffa riverenza,
    vanno allegri un Arlecchino,
    Colombina, Pantalone,
    Corallina, Balanzone,
    e Rosaura con Brighella
    a braccetto a Pulcinella.
    "Fo’ l’inchino......Serva sua"
    "E io fo’ la riverenza, Eccellenza....!"
    E giù risa, scherzi, grida e schiamazzi
    di fanciulli e di ragazzi



    I Burattini

    Son di legno, son piccini,
    colorati i vestitini;
    sempre buoni e obbedienti,
    svegli, allegri e sorridenti:
    son delizia dei bambini.
    che invenzione i burattini!

    Quando alcun non li molesta,
    dormon tutti in una cesta:
    se ne stanno in compagnia
    tutti, in pace ed armonia,
    come tanti fratellini.
    che gioia i burattini!

    Pulcinella ed Arlecchino,
    Stenterello e Meneghino,
    con Brighella e Pantalone,
    Colombina e Balanzone,
    fanno ridere i bambini.
    Viva, viva i burattini!
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    Messaggio  alessio Dom Feb 22, 2009 1:02 am

    ottimo lavoro completiamo il quadro mettendo anke i vari piatti tipici del carnevale....a napoli lasagne e kiakkiere con sanguinaccio....ottime!!!!!!!!
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    Messaggio  Deaelektra Dom Feb 22, 2009 1:56 am

    brava sorellinaaaa bellissimo lavoro... cheers quasi quasi mi travesto anche io da gattina Cool
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    Messaggio  chica Dom Feb 22, 2009 9:45 am

    si si , io tu e marzia .....i piatti tipici li ho messi nel post cucina
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    Messaggio  Deaelektra Dom Feb 22, 2009 1:48 pm

    si si visti già Very Happy ma di quelli si occupa mia sorella happy110
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    Messaggio  aldiladeisogni Lun Feb 23, 2009 12:04 am

    affraid capita che lavoro...bravissima e...... informatissime ora siamo !!!!! cheers
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    Messaggio  chica Lun Feb 23, 2009 12:58 am

    grazie grazie ....mi esaurita a farlo Shocked Shocked Shocked

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